Il Pinocchio di Matteo Garrone [Rivista madre]
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Il Pinocchio di Matteo Garrone
 
Il regalo più bello di questo Natale non si troverà sotto l’albero, ma nei cinema. Pochi giorni prima della vigilia, infatti, uscirà nelle sale di tutta Italia l’attesissimo film del regista romano.

Fotografia
Agf

Immaginiamo già lo scetticismo di certi spettatori: ancora Pinocchio, un altro… Ma, per chi si siederà di fronte allo schermo, la garanzia di un’avventura visiva senza eguali, di un’immersione nei meandri più suggestivi della fantasia, è rappresentata proprio dal regista. Matteo Garrone ha già dimostrato la sua straordinaria sensibilità per un immaginario dai toni dark (così come oscuro è l’humus in cui affondano le radici tutte le fiabe più popolari) investendo un patrimonio di denaro e di energie per offrirci, con Il racconto dei racconti, la rilettura più fedele delle favole seicentesche del misconosciuto Giambattista Basile, ispiratore di tutti i grandi narratori per ragazzi venuti dopo di lui.
«Quella di Pinocchio è un’idea che in realtà mi porto appresso da sempre, da quando ho memoria», spiega Garrone, 51 anni, Grand Prix al Festival di Cannes prima per Gomorra e poi per Reality, oltre a una valanga di Nastri d’argento e di David di Donatello per Dogman. «Si tratta di un racconto che mi ha colpito subito moltissimo. Tanto che il mio primo storyboard su Pinocchio l’ho disegnato su un quadernino quando avevo sei anni».
Altro che le favole di Perrault, dei fratelli Grimm, di Andersen o Esopo. La fiaba più famosa al mondo resta quella di Pinocchio, pubblicata nel 1883 da Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista, scrittore e umorista fiorentino Carlo Lorenzini. Narrando le esperienze accidentali, crudeli e dannose, ma anche fascinose e ricche di colpi di scena di una marionetta che si anima da sé, scolpita da Mastro Geppetto (un po’ il suo papà), la storia finisce per andare oltre il burattino che vuol diventare bambino. È più di un faccino birbante col nasone di legno che si allunga a ogni bugia. Più di un racconto morale sulle difficoltà del crescere. Pinocchio è un’icona universale, metafora della condizione umana.

il seguito sulla rivista


di Maurizio Turrioni [email] 







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