Evviva il Carnevale
Carri allegorici, balli in piazza, scherzi, maschere e travestimenti: anche quest’anno torna la festa più pazza dell’anno, che in Italia muove un indotto di oltre 200 milioni di euro. Andiamo alla scoperta delle sue antiche radici storiche.
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Si maschera il volto. Poi ne combina di cotte e di crude. Ride e irride. Mangia, beve, balla. Scherza su tutto e su tutti. Salvo essere serio, serissimo, quando fa di conto. Già , perché il Carnevale, è (anche) un grosso affare. In Italia, indotto incluso, fattura complessivamente 200 milioni di euro. La parte del leone la fa Venezia con 55 milioni. Seguono Viareggio (26 milioni), Ivrea (2,5 milioni), e, via via, tutti gli altri. Lo rivela una ricerca del centro studi della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) pubblicata sul finire di febbraio 2017, già tarata sulle cifre, stimate, dell’anno scorso. Venezia nel 2017 ha celebrato bellezza e vanità , scelte come tema, ha benedetto il sole, che ha permesso il sereno svolgersi del ricco programma: più di 120 eventi in 18 giorni di festa, oltre 500 mila visitatori. Ivrea, dal canto suo, ha collezionato lo scorso anno due record: quello della partecipazione, 130 mila persone tra giovedì e martedì grasso, e quello dei contusi durante le battaglie delle arance: 477 in tutto, quasi il doppio rispetto all’edizione del 2016. Sul Carnevale di Viareggio, la grande manifestazione folcloristica nata nel 1873, fermata solo dalle due guerre mondiali, è la stessa ricerca della Cna a svelare tanti particolari interessanti. L’anno passato le sfilate sono cominciate il 12 febbraio e hanno avuto termine il 5 marzo. Il business totale dell’evento era dato in crescita almeno del 10 per cento rispetto al 2016: 26 milioni, indotto compreso.
Il seguito sulla rivista
di
Alberto Chiara