Quello che i ragazzi non dicono
Sono tante le cose che i nostri adolescenti fanno e non raccontano, per paura di deludere i genitori, di essere puniti o di perdere la fiducia. Eppure è proprio quando diventano sfuggenti che hanno più bisogno di vicinanza.
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«Marino la scuola, fumo, bevo super alcolici alle feste, mi taglio»: sono tante le cose che gli adolescenti fanno e non dicono ai genitori. Per paura di deluderli, di far loro del male, di essere puniti, di perdere la fiducia. Un silenzio carico di “pesantezza”, il loro, che nasconde un profondo bisogno, quello di essere ascoltati con disponibilità e autorevolezza. Eppure, è proprio quando bevono, fumano, marinano la scuola che i figli hanno più bisogno di aiuto, regole, vicinanza, condivisione delle emozioni con le figure di riferimento. Attraverso questo gioco di continuo rispecchiamento e sintonizzazione imparano a modulare le pulsioni e trovare strade etiche di comportamento.
È importante, anche se sono taciturni, se svicolano, immersi nel loro mondo digital, chiedere loro, spesso, come si sentono e cosa “sentono” a proposito di un avvenimento o di un incontro particolare. Se “fuggono”, come in genere tendono a fare, bisogna insistere, magari comunicando la propria impressione di genitori rispetto al loro sentire: mi sembra che tu sia arrabbiato o, forse, mi sbaglio? Allora perché ho questa impressione? Interessarli alla vita emozionale, alle paure, ai conflitti, alle frustrazioni, alle gioie può risultare un approccio molto utile per aiutarli a diventare più forti, curiosi, coraggiosi, capaci di raccontare anche i lati “no” della loro vita e, poi, di chiedere aiuto.
il seguito sulla rivista
di
Mariangela Masino